Nella capitale finlandese regnano essenzialità e design creativi. Un pool sensoriale perfetto per chi lavora nella comunicazione.
Sì, Helsinki è una città dalla voce minimal. Minimal ma elegante, in grado di affascinare non solo architetti ed esperti di design, ma chiunque lavori in ambito creativo. Anche e soprattutto gli appassionati di comunicazione.
Un po’ di pazienza e vi spieghiamo perché.
Indice dei paragrafi:
• Helsinki: fine novembre – inizio dicembre 2021
• Design moderni ammiccano al futurismo
•Alla Oodi, la cultura non ha barriere
• In pieno stile finnico
• Helsinki, in Europa la marketing inspiration alberga qui
Helsinki: fine novembre - inizio dicembre 2021
Adesso sembra un secolo fa, invece è trascorso poco più di un anno. Prima che la guerra e la crisi energetica argomentasse la vita di tutti i giorni, abbiamo fatto un salto (molto più che un salto!) nella capitale finlandese.
Perdersi nelle vie, indugiare sui dettagli. È questa la chiave della scoperta
Messo piede a Helsinki cerchiamo, da subito, di onorare un itinerario studiato a puntino. In poco tempo, però, ci facciamo rapire dalla città e iniziamo a vagare come le particelle di sodio dentro l’Acqua Lete. I primi particolari che ci balzano all’occhio sono le luci natalizie. Sembra un dettaglio, non lo è affatto.
Penzolanti o abbarbicate sugli alberi, le luci in Finlandia sono calde e mai invadenti. L’esagerazione non esiste. Dalle vetrine sbucano alberi privi di decorazioni, agghindati solo di luci calde. Incontriamo alberi così “decorati” anche nelle principali vie della città. Non sappiamo se siano veri o finti, ma abbiamo l’impressione che nella semplicità ci sia una ricercatezza. L’intento di non imbruttire la natura (o l’effetto che tenta di emularla).
I centri commerciali più lussuosi rasentano un’eleganza più sofisticata. Ma bastano pochi metri per ritrovare, nei mercatini natalizi, il vero stile scandinavo.

Design moderni ammiccano al futurismo
Potremmo raccontarvi dell’isola di Suomenllinna o del parco di Seurasaari (magari lo faremo nei prossimi articoli). Per il momento vogliamo soffermarci sul Design Museum e sulla Oodi Central Library.
Il primo ripercorre la storia del design finlandese. In ogni piano, in ogni angolo si respira un carattere moderno e accattivante. I colori sgargianti coinvolgono. Le linee squadrate, sempre nette, ammiccano al futurismo. O meglio, a quel futurismo dei primi del Novecento votato al dinamismo e al culto della modernità e della tecnica.
Una sensazione strana? Impugnare il nostro smartphone ma desiderare i mitici dispositivi Nokia! Come non ricordarsi degli intramontabili 3310 e 3330? Di Snake, una delle piattaforme di gioco che più hanno fatto la storia.
Usciamo dal Design Museum soddisfatti. Prima di infilarci il cappello di lana, però, è doveroso valutare la visita al museo. Dare un feedback è semplicissimo e… cool. Basta attaccare lo stick rilasciato all’entrata su un’apposita parete.
La nostra valutazione? “Kylla, Pidin Kovasti!”. Ovvero “Sì, mi è piaciuto molto!”


Alla Oodi, la cultura non ha barriere
Nel giro di due chilometri, passiamo dal Design Museum alla Oodi Central Library. Una ventina di minuti a piedi non proprio semplice se la temperatura percepita è di -13°C!
Piano inferiore. La Oodi Central Library “non è altro” che il polo universitario finlandese, dove l’architettura emerge con forza in tutto il suo fascino moderno. Il tempo di srotolare le sciarpe e veniamo rapiti dall’ampia vetrata che domina l’edificio e dalle sue linee ondulate. Non si tratta di Raffaello o Michelangelo, ma l’impatto visivo creato dal gioco luci/ombre non lascia indifferenti.
Piano superiore. Da copywriter, lettori accaniti e amanti delle parole ci meravigliamo, e non poco, dalla facilità con cui è possibile sfogliare un libro o una rivista. Dalla possibilità di entrare senza esibire documenti, pagare biglietti, dichiarare chi siamo, cosa facciamo, se siamo studenti, lavoratori autonomi o dipendenti. Ci sediamo indisturbati. E mentre sfogliamo il The New Yorker notiamo, a bocca aperta, un robot trasportare libri dal piano superiore a quello inferiore. Completamente autonomo, attende l’ascensore. S’infila dentro. Le ante si chiudono davanti alle nostre facce sbalordite. Crediamo di essere nel 2050, invece è solo il 2021.
La cultura è libera e accessibile a chiunque
Alla Oodi, la cultura abbraccia donne e uomini di ogni nazionalità, accarezza i bambini dedicando loro aree apposite e giochi stimolanti. Non solo, la cultura è anche svago.
Al piano inferiore notiamo sale munite di Play Station 5, sale d’incisione, macchine da cucito e una serie interminabile di stampanti 3D. Mentre alcuni giovani si sfidano alla console, in una sala attigua si tengono lezioni. In altre, addirittura, si sostengono esami! Capite di cosa parliamo?
Tutto fantascientifico e sbalorditivo come, dobbiamo ammetterlo, il caffè. Quella è l’unica cosa di cui non apprezziamo né il gusto né il prezzo 😅.







In pieno stile finnico
“Ebbene, tutto qui?” No, assolutamente. Di Helsinki potremmo parlare per ore. Ci sono luoghi che rimangono impressi nella memoria.
L’essenziale dove l’essenziale è necessario
Entriamo nella Kamppi Chapel consapevoli della sua sacralità. È una cappella sita in centro, moderna nello stile e apertissima in termini di culto. In pochi secondi capiamo perché. Non si pratica una religione. Si prega il dio che si vuole, se si vuole, altrimenti è lo spazio perfetto per riscoprirsi e meditare. Unica regola: il silenzio.
La Cattedrale Luterana ci colpisce per la semplicità. Per l’assenza di sfarzi, per il chiaro intento religioso al di sopra delle apparenze. Nondimeno rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla presenza, anche qui, di spazi per bambini. I genitori finlandesi possono pregare in pace senza ricorrere ad altri riti divinatori per distrarre i loro piccoli.
Addirittura, in una chiesa (non ricordiamo quale, perdonateci!) ci imbattiamo in una sacerdotessa che celebra la messa. Riscrivo: una sacerdotessa che celebra la messa. Ci stropicciamo gli occhi: è tutto vero.

I musei? Imperdibili. Il gusto finlandese esalta la conoscenza
“Cosa vuoi che sia un museo? Un museo ne vale un altro”. Non è così in Finlandia. Caldi, accoglienti, ben arredati, interattivi. Nulla è lasciato al caso. Il gusto moderno non toglie spazio alla storia. Anzi, la esalta.
Il Museo di Storia Naturale Finlandese è, a nostro parere, imperdibile. Ricorda tanto il MUSE di Trento segno che, anche in Italia, si può elevare l’esperienza di apprendimento di grandi e piccini.
Nel LUOMUS c’è la possibilità non solo di ammirare le ricostruzioni, anche di interagirci. Un luogo pensato, ancora una volta, per apprendere giocando. A parte i reperti e le finissime rappresentazioni, da appassionati della comunicazione notiamo descrizioni mai banali, mai eccessive. Sono chiare e vanno dritte al punto senza fronzoli.




Questa percezione cresce all’Ateneum, il museo di arti visive di Helsinki. Qui, descrizioni, font, abbinamenti dei colori e disposizione dei quadri sono perfetti. In un lungo e appassionato viaggio, si passa dalle opere storiche (fra i vari, P. Gauguin e V. Van Gogh) alle opere più contemporanee. Ci hanno colpito particolarmente, le creazioni di Eino Ruutsalo, che centellina parole e lettere per creare figure di tutti i tipi, anche gabbiani. E ancor di più le arti visive partorite dalla mente di Outi Heiskanen, artista finlandese che meriterebbe più di un articolo.
Helsinki, in Europa la marketing ispiration alberga qui
Se il copy, il graphic design e il marketing in generale virano verso il minimal, Helsinki è la città giusta in cui riscoprirsi? La risposta sembra quasi superflua.
Parlare del popolo finlandese e non accennare al modo in cui veicola il suo stile sobrio, elegante ed essenziale, la sua comunicazione netta e senza fraintendimenti, comporterebbe una descrizione magra e superficiale.
Ovunque, nel tram, nelle saune, nei cafè cittadini respiriamo un senso di pace e intimità. Una sensazione che un altro popolo nordico, quello danese, sintetizzerebbe nella parola hygge (qui il significato della parola).
Funzionalismo scandinavo
A Helsinki, l’attitudine scandinava emerge con forza in tutte quelle materie che hanno permesso all’homo sapiens di evolversi in homo sapiens sapiens: architettura, arti visive, design, quindi anche comunicazione.
Laddove c’è un disequilibrio visivo o un tono di voce eccessivo, c’è sempre una ricercatezza.

Guardate il copy di questa tote bag, non trovate che faccia riflettere?
Il popolo finlandese parla a bassa voce e gesticola poco. Non lesina le parole, anzi, le valorizza nel modo più efficace. Tutto ciò che è superfluo è giusto che rimanga superfluo.
Pur perseguendo questo scopo, i finlandesi non mancano di apertura e inclusività. Le traduzioni in inglese sono presenti dappertutto, o quasi. La necessità di chiedere info ai passanti è minimizzata dall’aver previsto possibili problemi o disagi (roba che neanche i migliori Ux Designer e Ux Writer!).
Per deformazione professionale, siamo indotti a pensare al marketing e alla comunicazione. In un mondo in cui i loghi dei grandi brand tornano a essere minimal, in cui la gente ha sempre meno tempo per leggere, ecco che il funzionalismo scandinavo può essere la chiave per far emergere un messaggio.
D’altronde:
Il Marketing è distrazione. Ma nel momento in cui distrae la vittima, non tollera distrazioni.
Marco Domenico Trovato
🔗 Link utili ai viaggiatori:
• Per non perdere eventi e notizie su Helsinki: https://www.instagram.com/helsinki/
• Design District Helsinki (DDH). Purtroppo non lo abbiamo visitato, fatelo voi: https://designdistrict.fi/en/
• Luomus. Per conoscere meglio la Natura: https://www.luomus.fi/fi
• Ateneum. Prima di visitare il museo di arti visive verifica bene orari e giorni: https://ateneum.fi/en/
🔗 Link utili ai comunicatori. Che ve ne pare di questi profili Instagram?
• Design Museum Helsinki (DMH): https://www.instagram.com/designmuseo_fi/
• Design District Helsinki (DDH): https://www.instagram.com/designdistricthelsinki/
• Oodi Central Library: https://www.instagram.com/oodihelsinki/
• Luomus: https://www.instagram.com/luonnontieteellinenkeskusmuseo/
• MUSE (Trento): https://www.instagram.com/museomuse/